VIAGGIO A VERONA – UDINE E TRIESTE
UN VIAGGIO CREATO INTORNO AD UN EVENTO DANZANTE
Una cinque giorni memorabile!
Verona, San Daniele al Friuli, Vendoglio, Udine, Trieste, Aquileia e Muggia, accompagnati da guide d’eccezione, rotariani locali storici dell’arte e direttori di musei, che ci hanno svelato le parti più nascoste ed affascinanti delle città; ci hanno introdotto alla Verona medievale, agli affreschi friulani del Tiepolo, alla splendida Piazza dell’Unità di Trieste ed alla Basilica di Aquileia con i suoi mosaici mozzafiato!
Che dire poi dello spettacolo di ” Roberto Bolle and Friends” all’Arena di Verona ?!? L’étoile del Teatro alla Scala di Milano ha dato vita ad uno spettacolo variegato ed emozionante, molto apprezzato soprattutto dalle signore!
Cinque giorni intensi di spettacolo, arte e cultura ma soprattutto di amicizia tra di noi e con i rotariani locali che ci hanno accolto con un tale entusiasmo e disponibilità, come se ci conoscessero da sempre!
Acqui Terme ci attende ad Ottobre e se queste sono le premesse ……. AD MAIORA !!!!!!
(Da una mail entusiasta di Laura Marinelli)
Qui di seguito il resoconto dettagliato del viaggio, corredato da puntuale documentazione fotografica.
Roma 22 luglio 2014: il giorno della partenza è arrivato. Tutti in anticipo rispetto all’orario dell’appuntamento, con bagagli misurati al seguito, ci aggiriamo per la Stazione Termini, in attesa che venga rivelato il binario di partenza della Freccia Argento che ci porterà a Verona e, dato che è presto, ne approfittiamo per fare colazione e prendere i giornali.
Il viaggio in treno è piacevole e, chiacchierando, non ci accorgiamo neppure di essere arrivati a Verona. Appena il tempo di lasciare le valigie in albergo e ci rechiamo in centro dove ci attende il Presidente del Rotary Verona Roberto Caucchioli con la moglie
Barbara per uno spuntino veloce nel Caffè storico Vittorio Emanuele sotto i portici e, poi, via alla scoperta della Verona nascosta.
Una bella passeggiata verso Piazza delle Erbe, con le signore che sbirciano veloci le vetrine di Via Mazzini, ci inoltriamo, accompagnati dalle descrizioni incantevoli e competenti di Roberto e Barbara, in vie sconosciute che si aprono all’improvviso su piazze che rivelano tesori insperati. Rimaniamo incantati dalla magnificenza del Duomo con i suoi gli affreschi, dalla Biblioteca con la sua storia fantastica, e dall’antico Porto fluviale.
Poi arriva la prima grande emozione di questo viaggio, ci appare il fiume Adige che scorre impetuoso sotto il ponte Pietra, dove ci fermiamo a godere del panorama e a scattare delle foto.
Le nostre guide d’eccezione ci propongono una sosta in luogo incantevole che si affaccia sul fiume, per bere uno
spritz, declinato in tutte le versioni possibili. Accettiamo con entusiasmo e la sosta si rivela benefica e corroborante. C’è qualcosa di magico e purificante in questo luogo, perché quando ripartiamo la stanchezza è come stata lavata via dall’inesorabile scorrere del fiume.
La sera abbiamo prenotato un localino situato in una corte nascosta, dove gustiamo insieme a Barbara e a Roberto delle squisitezze locali e ci prepariamo a quella che è l’anima di questo viaggio: l’esibizione di Roberto Bolle all’Arena.
Giove pluvio si è divertito molto a guardarci mentre rimanevamo, stoici, seduti ai nostri posti sotto una pioggerellina leggera ma costante che impediva allo spettacolo di iniziare.
Dopo innumerevoli ola che dalla gradinata di destra si protraevano, senza soluzione di continuità, a quella di sinistra e chilometri di carta srotolata sul palcoscenico nel tentativo di asciugarlo, visto che nessuno si muo
veva, anzi nell’Arena si stava svolgendo uno spettacolo messo in scena dagli stessi spettatori, con ombrelli e impermeabili multicolori, accendini accesi e cori, Giove pluvio si è rassegnato ed è tornato il sereno e con il sereno le stelle e tra le stelle, lui…Roberto Bolle è apparso!
La seconda emozione, naturalmente solo in ordine temporale, durata fino alle due di notte, senza che la stanchezza si affacciasse su di noi. Uno spettacolo così bello e completo che gli aggettivi risultano riduttivi, bravi tutti e, fra tutte le creature eteree
che lo accompagnavano, più simili ad elfi e a fate danzanti, lui, un’anima lucente, un brivido in più.
Siamo usciti dall’Arena a malincuore, dopo l’ennesimo bis, l’ennesimo saluto, l’ennesima foto scattata, siamo proprio dov
uti andare via. Le signore hanno affogato in un’acqua tonica la malinconia del distacco e siamo andati a dormire dopo la nostra operosa giornata, ringraziando di cuore Barbara e Roberto per l’affettuosa accoglienza riservataci, che abbiamo apprezzato moltissimo e che speriamo presto di poter contraccambiare.
Il nuovo giorno ci vede seduti a colazione in albergo piuttosto vispi, nonostante le ore piccole e mentre Antonio e Nino vanno a prendere il pulmino che ci accompagnerà per il resto del viaggio, tutti gli altri chiudono le valigie.
Si parte alla volta di San Daniele al Friuli, dove è stata organizzata una sosta presso il Prosciuttificio San Daniele da Giulio che con Maria Rita avrebbe dovuto essere dei nostri se tutto fosse andato come programmato.
Uno spuntino rigorosamente a base di prosciutto San Daniele, decisamente squisito, accompagnato da prosecco e uno sguardo al prosciuttificio, con inevitabile acquisto di preziosi incarti.
Si riparte per Udine in formazione compatta: Antonio alla guida con Nino accanto come navigatore, dietro Graziella, Franco e Francesco, in piccionaia Stefania, Laura e Marina.
All’arrivo in hotel ad Udine, troviamo ad attenderci nella hall il Past President del Club Rotary Udine Nord Carlo Motta con la moglie, i quali aspettano pazientemente che sistemiamo i bagagli nelle stanze per accompagnarci ad una visita del Duomo insieme a Maurizio Buora Direttore Civici Musei di Udine.
Una visita piena di poesia, incantati davanti agli affreschi del Tiepolo, abbiamo avuto il privilegio di visitare il Battistero e l’Antico Refettorio e di godere delle spiegazioni di un esperto che ci ha regalato aneddoti particolari e permesso di apprezzare ciò che da soli non saremmo riusciti a vedere.
La disponibilità di Carlo e Maria Pia si è protratta anche alla sera quando sono venuti a prenderci in albergo per guidarci in un delizioso ristorante in collina dove ci aspettavano alcuni soci del Club Rotary Udine Nord.
Alla guida del pulmino stasera c’è Laura per permettere agli uomini di godere del piacere del fresco vino frizzante delle colline friulane.
Della serata ricordiamo di essere stati accolti con squisita gentilezza in un’atmosfera davvero deliziosa e poco dopo il nostro arrivo ci ha raggiunti il Presidente del Club Udine Nord Marco Pezzetta, appena rientrato da un viaggio di lavoro a Roma.
La serata si è svolta velocemente, come capita
nelle occasioni piacevoli il tempo vola, e dopo aver salutato tutti, Maria Pia e Carlo ci hanno nuovamente guidato in albergo, con la promessa di venire a trovarci in autunno.
Al mattino dopo la colazione in hotel, una passeggiata a piedi al Castello di Udine è d’obbligo e ci permette di spaziare con lo sguardo sopra la città e, scendendo la scalinata, di ammirare da un’altra prospettiva la bella piazza.
Una digressione per shopping, viene di fatto consentita nel rientrare in albergo a prendere le valigie e, dopo esserci contati, saliamo sul pulmino alla volta di Trieste.
Entriamo a Trieste girovagando un po’ per arrivare all’hotel che alla fine raggiungiamo e, dopo il tempo tecnico necessario all’occupazione delle stanze, ritrovo nella hall per raggiungere il mitico Caffè degli Specchi, nato nel 1839 e recentemente rinnovato, situato a pianterreno di palazzo Stratti, nella principale piazza cittadina.
Seduti in questo salotto all’aperto che è piazza Unità d’Italia in diversi abbiamo gradito un altro spritz accompagnato da club sandwich davvero notevoli e goduto dell’atmosfera rarefatta che fa di Trieste una città sospesa tra cielo e mare.
Dopo esserci rinfrancati nel corpo e nello spirito, affrontiamo la visita della città a bordo dell’autobus hop on hop off che ferma al Molo degli Audaci, proprio di fronte al nostro albergo. Il giro è meramente orientativo ma ci permette di avere una visione d’insieme della città, che ci riserviamo di esplorare il giorno successivo.
Torniamo in albergo e ci dividiamo, chi a riposare chi a chiacchierare davanti a un caffè in albergo e poi di nuovo fuori a girare per le stradine scoprendo angoli della città deliziosi, negozi davvero particolari e caffè letterari.
Il rapporto di Trieste con in caffè sembra essere indissolubile e
Trieste è per molti aspetti la città dei caffè; sono locali dal fascino retrò, vestigia di un passato cittadino di indubbio aroma mitteleuropeo, indissolubilmente legati alla letteratura.
Trieste, senza i suoi storici e famosi caffè, non sarebbe la stessa: il tempo rallenta fino a fermarsi e non è difficile immaginarvi seduti Stendhal, Joyce, Svevo o Saba.
Passiamo davanti al Caffè Tommaseo che, aperto nel 1830 è il più antico caffè di Trieste e venne così chiamato in onore dello scrittore dalmata. Le decorazioni sono opera del pittore Gatteri e le specchiere furono fatte appositamente giungere dal Belgio. E’ stato restaurato nel 1997, mantenendo un ambientazione sofisticata ed elegante in conformità alla tradizione dei caffè Viennesi.
Proseguendo incontriamo il Caffè San Marco che aperto nel 1914 venne poi completamente distrutto durante la prima guerra in quanto luogo d’incontro di irredentisti. Immediatamente ricostruito negli anni Venti rappresenta da allora il luogo d’incontro degli intellettuali.
La sera, sempre a bordo del nostro pulmino, arriviamo alla sede del Club Rotary Trieste, il ristorante Maria Thereisa, dove veniamo accolti dal Presidente Fabio Santorini e presentati ai soci intervenuti.
Anche qui un’accoglienza deliziosa, formale ma nel contempo confidenziale, come accade tra vecchie conoscenze, una cena a buffet in una sala vista mare e una relazione molto interessante sugli ospedali in Africa.
Ci lasciamo consci di essere stati tra amici, con i quali poter condividere in futuro delle progettualità.
Il giorno successivo partenza per Aquileia dove si trova un’area archeologica di eccezionale importanza, considerata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Colonizzata nel 181 a.C. in “agro gallorum”, Aquileia sorge come testa di ponte per la conquista romana delle aree danubiane e con lo scopo di difendere i confini orientali per incrementare il già florido commercio tra il bacino del Mediterraneo orientale ed i paesi transalpini.
Gli scavi hanno messo in luce resti del foro romano e di una basilica, del sepolcreto, di pavimenti in mosaico e fondazioni di case, di statue della Via Sacra, dei mercati, di mura, del porto fluviale, di un grande mausoleo e d’altro.
La splendida Basilica di Santa Maria Assunta, che si affaccia sulla storica Piazza Capitolo, fu eretta su un edificio del IV secolo, su cui vennero effettuati nei secoli successivi numerosi ampliamenti, in gran parte distrutti durante le invasioni barbariche).
Il maestoso Campanile della Basilica, costruito verso l’anno Mille come torre di vedetta, dall’alto dei suoi 73 metri, non solo crea uno scenario solenne, ma offre anche la possibilità di godere di una vista mozzafiato, ma noi rinunciamo, accontentandoci di guardarlo dal basso.
Percorriamo, invece, più e più volte, il perimetro della Basilica, instancabili nell’ammirare la particolarità dei mosaici paleocristiani, splendidamente conservati.
Con tutto quello splendore ancora negli occhi decidiamo di fare un brindisi ad Aquileia nel bar antistante la zona archeologica, con l’immancabile bicchiere di prosecco…. ci siamo decisamente integrati….
Poco più tardi, consumiamo il nostro pranzo all’ombra delle viti in un ristorantino. Cibo buonissimo innaffiato da un vino nuovo locale la Malvasia friulana e l’abbinamento si rivela mitico!
Lasciamo Aquileia e i suoi tesori e per far ritorno a Triest
e decidiamo di fare una strada che costeggia il mare fino a Muggia, dove una passeggiata a piedi al porticciolo ci permette di godere appieno della calda giornata estiva.
La sera ci rilassiamo in un ristorante all’aperto in una bella piazza nel centro, raggiungibile a piedi dal nostro albergo, atmosfera elegante, soft quanto alle luci, vivace e di carattere quanto all’acustica, essendo previsto per la serata un concerto jazz.
Brindiamo ancora alla vacanza che finisce, al piacere delle giornate passate insieme e ce ne torniamo in albergo ma non prima di essere passati dal salotto buono della città.
La terza emozione: Piazza Unità d’Italia in versione notturna è a dir poco affascinante, venendo dal lungomare non si è preparati a tanta bellezza, il Palazzo Ducale appare sullo sfondo illuminato di bianco e le luci blu inserite nella pavimentazione come lunghi raggi che si dipartono ad indicarlo, fanno pensare a un cielo capovolto su cui è possibile camminare.
In realtà il viaggio si è concluso a Mestre con riconsegna del pulmino e salita a bordo del Freccia Argento diretto a Roma ma poiché tra i due eventi c’erano tre ore di buco, abbiamo
pensato di ingannare il tempo in una trattoria in cui ci siamo, a dire il vero, imbattuti per caso, vagando sotto la pioggia ma che si è rivelata essere decisamente di livello con pesce freschissimo e specialità locali (il prosecco non lo menzioniamo neppure più).
L’unico rammarico è non aver avuto come compagni di viaggio Giulio e Maria Rita nei confronti dei quali abbiamo un debito di riconoscenza.
E ciò in quanto questo viaggio senza il loro entusiasmo e la loro progettualità esuberante, si sarebbe fermato a Verona: un semplice Roma/Verona – Balletto all’Arena – Verona/Roma.
Immaginiamo che peccato, quanto avremmo perso, è dunque con sincero affetto che diciamo grazie anche loro, per avere reso questo viaggio veramente speciale, augurandoci di poter presto godere della reciproca compagnia in un’altra avventura.