Cappuccio e coperchio vaso superiore
La cartolina postale spedita nel 1905 mostra chiaramente il getto centrale libero che alimenta il catino superiore da cui si dipartono 4 bocche laterali che determinano 4 getti che ricadono nella vasca sottostante. La situazione è confermata sino al 1935, anno in cui comprare, per la prima volta il cappuccio a forma di lanterna esagonale e il relativo coperchio. Tale situazione sembra durare fino al 1952, anno in cui la fontana viene di nuovo fotografata con il getto centrale libero.
Verosimilmente la soprastruttura è stata concepita per ridurre il possibile inquinamento dell’acqua nel catino superiore ad opera dei piccioni (deiezioni) che vi si abbeveravano. Attualmente l’acqua è dichiarata ufficialmente “non potabile” stante la messa fuori servizio definitivo dell’originario cloratore a servizio delle acque dello specifico Consorzio, pertanto non sene ravvisa la necessità.
La sovrastruttura è stata rimossa per effettuare il rilievo tridimensionale della fontana tramite tecnologia laser. Attualmente è in custodia presso il Comune.
Inoltre per poter coprire il getto centrale con una sorta di lanterna, che, seppur costituita da lastre in vetro assiemate da una leggera intelaiatura doveva necessariamente contenerlo e, di fatto, negarlo alla vista, con molta probabilità è stato smontato l’ugello in questione. Alcune cartoline infatti mostrano il getto centrale o come colonnare o diffuso ad ombrello: probabilmente il getto “beniniano” era colonnare come riscontrabile nella citata incisione del Falda del 600. (la tecnologia della diffusione ad ombrello richiede attrezzatura di tipo moderno che l’industria può mettere a disposizione solo nell’ultimo secolo.